Ospiti

Silvia Pareschi

Il festival si apre con Silvia Pareschi, scrittrice e traduttrice di letteratura anglo-americana, che ha tradotto, tra gli altri, autori come Jonathan Franzen, Ernest Hemingway, Colson Whitehead, Don DeLillo, Rachel Cusk, Cormac McCarthy, Zadie Smith, Shirley Jackson, Junot Díaz, Sylvia Plath, E.L. Doctorow. Ha vinto numerosi premi, tra cui il premio Classifica di Qualità assegnato dalla rivista La Lettura per la traduzione del romanzo La generosità della sirena di Denis Johnson nel 2019, il premio Il Mouse del Traduttore per Crossroads di Jonathan Franzen nel 2022 e il Premio Pavese alla carriera nel 2024. È autrice del romanzo I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani pubblicato da Giunti nel 2016. Ospite perfetta per introdurre il tema della III edizione del Festival, Silvia Pareschi ha preso posizione nel dibattito su traduzione e intelligenza artificiale, studiandone il rapporto e facendosi portavoce dei traduttori letterari, che con la loro creatività offrono una professionalità insostituibile. Di questa tematica ha scritto anche nel suo saggio Fra le righe. Il piacere di tradurre, pubblicato da Laterza nel 2024.

Benedetta Tobagi è laureata in Filosofia e ha conseguito un Ph.D in Storia presso l’Università di Bristol. Già conduttrice radiofonica per la Rai, collabora con La Repubblica e segue progetti didattici sulla storia degli anni ‘70 e del terrorismo attraverso la “Rete degli Archivi per non dimenticare”. Esperta di storia dello stragismo, ha pubblicato numerosi libri su questo tema, tra cui, Come mi batte forte il tuo cuore - Storia di mio padre (2009), Una stella incoronata di buio - Storia di una strage impunita (2013), Piazza Fontana - Il processo impossibile (2019), Segreti e lacune (2023) e Le stragi sono tutte un mistero (2024). Nel 2011 ha vinto il prestigioso Premiolino per la sua attività giornalistica e nel 2022 il Premio Campiello per il saggio La resistenza delle donne, edito da Einaudi. Questo suo saggio intende restituire una voce e un volto alle donne protagoniste della resistenza attraverso storie corredate da fotografie rimaste sconosciute per lungo tempo. Un libro che ci sollecita a tenere viva la memoria di donne che hanno offerto un enorme contributo alla storia del paese.

Bruno Arpaia è giornalista, consulente editoriale, scrittore e traduttore. Tra i suoi romanzi ricordiamo L’angelo della storia (Premio Campiello 2001), Il passato davanti a noi (Premio Napoli e Comisso 2006) e L’energia del vuoto (finalista Premio Strega 2011). Nel 2020 ha pubblicato Il fantasma dei fatti e nel 2021 Luis Sepúlveda. Il ribelle, il sognatore, in omaggio all'amico scrittore scomparso. Tra i più qualificati traduttori dallo spagnolo, ha curato i Meridiani Mondadori dedicati a Mario Vargas Llosa e Gabriel García Márquez; ha tradotto tantissimi autori, tra cui  Arturo Pérez-Reverte, Javier Cercas, Leonardo Padura, Carlos Ruiz Zafón,  Julio Cortázar, Juan Gabriel Vásquez, Guillermo Arriaga, Manuel Vilas, Fernando Aramburu e Rosa Montero. Al Festival interverrà alla tavola rotonda nell’ambito del progetto Hisoleta (Historia Social de la Lengua Española en Italia) del DIT, dedicata al rapporto tra editoria e traduzione in ambito ispanico.

Matteo Lefèvre  è docente di Lingua e Traduzione spagnola presso l’università di Roma Tor Vergata. Ha collaborato a rubriche giornalistiche e programmi Rai, pubblicato saggi e monografie sulla lirica del Rinascimento spagnolo, sulla traduzione letteraria e specializzata e sulla poesia ispanica del Novecento. Ha curato le edizioni italiane di numerosi autori di lingua spagnola come Federico García Lorca, Pedro Salinas, Antonio Machado, Gabriela Mistral, Andrés Neuman e Nicanor Parra. Dal 2018 dirige la collana di poesia iberoamericana “Siglo presente” della casa editrice romana Ensemble e dal 2020 la collana di saggistica universitaria “SagUni – Lingue e Letterature” della Giulio Perrone Editore. Al Festival interverrà alla tavola rotonda promossa dal progetto Hisoleta (Historia Social de la Lengua Española en Italia) del DIT, concentrandosi sulla traduzione dallo spagnolo in ambito poetico nell'editoria italiana.

Marco Ottaiano è docente di Lingua e Traduzione spagnola all’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha tradotto e curato edizioni italiane di autori spagnoli e ispanoamericani (fra gli altri, Cervantes, Unamuno, Cardenal, Trueba), ed è autore della monografia: Un modo di sentire la realtà. Tradurre lo spagnolo letterario (2023). Ha fondato e dirige tutt'oggi il corso specialistico di Traduzione Letteraria per l'Editoria nato dalla collaborazione fra l'Università "L'Orientale" e l'Instituto Cervantes di Napoli. Al Festival interverrà alla tavola rotonda promossa dal progetto Hisoleta (Historia Social de la Lengua Española en Italia) del DIT, concentrandosi sulla traduzione dallo spagnolo della narrativa nell'editoria italiana.

Marco Presotto è docente di Letteratura spagnola presso l’Università di Trento. La sua attività di ricerca si è concentrata soprattutto sul teatro del Siglo de Oro, con numerosi saggi, edizioni critiche e divulgative. Fin dalla sua fondazione, nel 1989, fa parte del gruppo di ricerca PROLOPE dell’Università Autonoma di Barcellona, che ha come obiettivo primario l’edizione critica di tutto il teatro di Lope de Vega. Si è occupato anche di traduzione in ambito teatrale e di Digital Humanities. Dal 2005 dirige la collana “Dulcinea” di letteratura classica spagnola per l'editore Marsilio. Dal 2021 al 2024 è stato Direttore dell'Associazione Ispanisti Italiani (Aispi). Al Festival interverrà alla tavola rotonda promossa dal progetto Hisoleta (Historia Social de la Lengua Española en Italia) del DIT, concentrandosi sulla traduzione dallo spagnolo del teatro nell'editoria italiana.

 

Elena Kostioukovitch è una scrittrice e traduttrice nata a Kiev, laureata a Mosca e dal 1996 naturalizzata italiana. Nel 2000 ha fondato l’agenzia letteraria Elkost che si è occupata della diffusione in Italia e nel mondo di diversi autori russi.  si occupa della diffusione di autori russi in Italia e nel mondo e ha all’attivo una prolifica attività di traduzione verso il russo. Ha tradotto sette romanzi di Umberto Eco, numerosi saggi dedicati alla storia della cultura europea, antologie di autori italiani, monografie sulla storia dell’arte e raccolte di poesie. Nel 2003 si è aggiudicata il Premio Grinzane Cavour per la traduzione e nel 2007 il Premio nazionale per la traduzione del Ministero dei Beni Culturali italiano. Da diverso tempo, dissociandosi dal regime che si è instaurato in Russia, preferisce scrivere in italiano, lingua in cui ha pubblicato il romanzo Sette notti (2015), oltre ai più recenti volumi Nella mente di Vladimir Putin (2022) e Kyiv - Una fortezza sopra l’abisso (2025). 

Simon Armitage, National Poet Laureate (2019-2029), è considerato uno dei maggiori poeti contemporanei di lingua inglese. Ha pubblicato più di 20 raccolte di poesie, ha tradotto/riscritto e curato opere classiche quali The Odyssey, The Death of King Arthur, Pearl e Sir Gawain and the Green Knight. È stato insignito di numerosi premi, fra cui un major Lannan Award e il Keats-Shelley Prize for Poetry. Nel 1999 è stato nominato Millennium Poet e nel 2012 ha ottenuto la Hay Medal for Poetry al 25° Hay Festival, oltre a ottenere il PEN America Award for Poetry in Translation (2017) e la Queens Gold Medal for Poetry (2018). Nel 2025 ha ottenuto il Premio di Poesia Alma Mater – Violani Landi conferitogli dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. In Italia Armitage è stato pubblicato da Mondadori (Poesie, 2001 con traduzione di Luca Guerneri), mentre per Guanda sono usciti Sir Gawain e il cavaliere verde (2011) e In cerca di vite già perse (2015), entrambi con traduzione e curatela di Massimo Bocchiola. Proprio con quest’ultimo Armitage interverrà al Festival in un incontro che offrirà un doppio punto di vista sull’opera del poeta e permetterà di riflettere su cosa significhi scrivere e tradurre/ritradurre poesia.

Massimo Bocchiola insegna Traduzione Letteraria all’Università di Pavia e al Master di Editoria presso il Collegio Santa Caterina da Siena, sempre a Pavia. È inoltre docente di Retorica e Composizione Letteraria presso lo IULM di Milano. Fra i tanti autori da lui tradotti ricordiamo Rudyard Kipling, Samuel Beckett, F. S. Fitzgerald, Thomas Pynchon, Paul Auster, Martin Amis, Joseph O'Connor, Irvine Welsh, Charles Bukowski, Robert Louis Stevenson e Tim Parks. Nel 2000 ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni Culturali. E' autore delle raccolte di poesie Al ballo della clinica (1997), Le radici nell'aria (2004) e Mortalissima parte (2007), oltre che del romanzo Il treno dell'assedio (2014). Nel saggio-memoir Mai più come ti ho visto (2015) offre ai lettori le sue osservazioni sulla propria attività di traduttore e sul rapporto con i testi/gli autori tradotti. Al Festival sarà in dialogo con Simon Armitage, poeta britannico di cui ha tradotto e curato, per Guanda, il poema Sir Gawain e il Cavaliere verde (2011) e In cerca di vite già perse (2015).

Le Croque Madame è un trio vocale femminile a cappella, nato nell’estate del 2015 e composto da Debora Bettoli, Ilaria Petrantuono e Sabrina Mungari, cantanti con alle spalle studi musicali diversi, ma accomunate dalla passione per la polifonia. Prende il nome dal croque madame, un tradizionale toast francese a base di prosciutto, formaggio e uova, un piatto ricco proprio come questo trio che unisce non solo tre voci e tre storie, ma ingredienti musicali provenienti da paesi diversi come l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti, il Brasile, il Sud America, il Portogallo. I brani, provenienti da diverse zone del mondo, diventano un fluire di linguaggi e culture che lasciano intravedere colori, costumi e sonorità diverse, ma al tempo stesso affini. Il trio ha all'attivo un'intensa attività concertistica e si è esibito in eventi pubblici e privati, in circoli e nei locali del territorio emiliano romagnolo. Al Festival ci offrirà un viaggio dallo Swing alla Bossa, fino ai canti popolari del Sud Italia: un mix scoppiettante e divertente dal tocco tutto femminile!

Silvia Brena è scrittrice e giornalista, CEO della società Network Comunicazione e docente di scrittura strategica al Master in Teorie e Tecniche della Comunicazione e nella Alta Scuola di Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano. Ha ricoperto i ruoli di caporedattrice di Donna Moderna, vicedirettrice di Io Donna e direttrice di Cosmopolitan. Ha fondato con la costituzionalista Marilisa D’Amico l’associazione no profit Vox-Osservatorio Italiano sui Diritti, che si occupa di diffondere la cultura del diritto e di tracciare la diffusione dei fenomeni d’odio su X attraverso il progetto “Mappa dell’Intolleranza”. Fa parte del coordinamento nazionale della Rete contro i discorsi e i fenomeni di odio. Ha scritto diversi libri e saggi tra cui Parole in Tempesta. Dizionario della Contemporaneità (2024), una riflessione sul potere delle parole di riparare il mondo. Al Festival sarà in dialogo con il mediatore penale Lorenzo Sciacca per parlare dell’importanza che assumono parole come cura, riparazione e giustizia nella nostra società.

Lorenzo Sciacca è un mediatore penale, sociale e scolastico, formatore e coordinatore del Centro di mediazione sociale e dei conflitti del Comune di Padova dal 2018, nonché presidente della Cooperativa Sociale La Ginestra, da lui fondata nel 2023.  Protagonista del podcast di grandissimo successo di Raiplay e dell’omonimo libro Io ero il Milanese. La storia dei miei errori e della mia rinascita (2023) scritto con Mauro Pescio, è in prima linea per la causa della giustizia riparativa.  Proprio a partire dalla sua storia personale, Sciacca discuterà con con Silvia Brena sull’importanza di parole come cura, riparazione e giustizia nella nostra società.

Stefano Giorgianni è laureato in Linguistica presso l’Università degli Studi di Verona. È traduttore dall’inglese e dal russo: tra i suoi lavori figurano le traduzioni della Trilogia di Caladan appartenente al Ciclo di Dune dell’autore Brian Herbert. Attualmente sta traducendo per Bompiani i volumi dal IV al XII de La storia della terra di mezzo di Tolkien. È socio fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Studi Tolkeniani (AIST), che si occupa della diffusione del pensiero e delle opere di J.R.R. Tolkien attraverso la redazione di articoli e saggi e l’organizzazione di convegni accademici internazionali. È autore del saggio J.R.R. Tolkien, il Signore del Metallo (2016), che tratta degli influssi tolkieniani nella musica contemporanea. Al Festival dialogherà, insieme a Ivan Sgandurra, su come tradurre la realtà nel romanzo fantasy, nonché sull'importanza, del valore e dello scopo di ritradurre Tolkien per i lettori contemporanei.   

Ivan Sgandurra è laureato in Storia e impegnato in progetti europei per la salvaguardia dell’ambiente. Nel 2024 la casa editrice Eterea Edizioni ha pubblicato il suo primo romanzo, L’abisso del dimenticato, primo libro della saga Cronache del Crepuscolo. Il progetto di questa saga fantasy nasce da venticinque anni di esperienza nel ruolo sia di master sia di giocatore di Dungeons & Dragons, e raccoglie le avventure di personaggi appartenenti all’universo del celeberrimo gioco. Il libro contiene le illustrazioni di Ivan Cavini, scenografo e illustratore che ha dedicato numerose opere al mondo tolkeniano, che nel 2024 sono state esposte presso la Tana del Drago, galleria dell’Associazione Italiana Studi Tolkeniani e luogo espositivo unico in Italia interamente dedicato all’opera di Tolkien. Al Festival, Sgandurra sarà in dialogo con Stefano Giorgianni sul tema della traduzione della realtà nel fantasy.

Valeria Parrella, giornalista e scrittrice, è laureata in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e specializzata come interprete della lingua dei segni italiana. Il suo esordio letterario risale al 2003 con la fortunata raccolta di racconti Mosca più Balena (Minimum Fax), che le è valsa il premio Campiello Opera Prima. Nel 2005 ha pubblicato un’altra raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, arrivata tra i cinque finalisti del Premio Strega e vincitrice del premio Renato Fucini. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo, Lo spazio bianco (Einaudi) seguito da numerosi altri titoli. Da sempre attenta alle minoranze, conduce un laboratorio di scrittura creativa, insieme con altri scrittori, presso l'Istituto Penale Minorile di Nisida. Proprio da questa sua esperienza, nasce Almarina (2019), romanzo finalista al premio Strega, in cui vengono messe in luce le condizioni di vita nelle carceri e il ruolo salvifico delle figure educative al loro interno, fondamentali per permettere ai ragazzi e alle ragazze che vivono ai margini della società di trovare un proprio posto nel mondo.

Francesco Ubertini è laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Bologna, dove ha successivamente conseguito un dottorato in Meccanica delle Strutture. Dal 2007 è Professore ordinario di Scienza delle Costruzioni presso il dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Bologna. È autore di oltre ottanta pubblicazioni su riviste internazionali e riconosciuto come studioso di chiara fama. Dal 2015 al 2021 è stato Rettore dell’Alma Mater e attualmente è Vicepresidente del ICSC, Centro di Ricerca Italiano su High-Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. È, inoltre, presidente di IFAB, International Foundation Big data and Artificial Intelligence for Human Development e di CINECA (Consorzio Interuniversitario del Nord-Est per il Calcolo Automatico), che nel Tecnopolo di Bologna ospita Leonardo, il supercomputer europeo dotato di una potenza di calcolo capace di sostenere lo sviluppo delle imprese italiane e la ricerca, oltre a permettere l’addestramento dei grandi modelli linguistici che consentono il funzionamento dell’intelligenza artificiale. 

Chiara Albertazzi è dottoranda all’Università di Bologna presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione e svolge ricerca nell’ambito degli studi traduttologici e galeghi. In particolare, le sue ricerche si concentrano sui processi di acquisizione, trasmissione e diffusione della letteratura galega dagli anni Ottanta a oggi. Ha partecipato a convegni sui temi della letteratura ispanofona e della traduzione ed è collaboratrice di ricerca per l’International Center for Collaborative Translation dello IULM e coordinatrice del progetto Circuiti editoriali e alleanze culturali nel nuovo millennio: tradurre e rappresentare la narrativa galega in Italia, che ha lo scopo di mappare la circolazione della narrativa galega in Italia per rafforzare il rapporto tra accademia e filiera editoriale e promuovere il plurilinguismo. 

Eleonora Bernardi è interprete di conferenza presso le istituzioni europee, traduttrice giurata iscritta all’albo dei CTU di Rimini e San Marino e collaboratrice linguistica di fiducia del Consolato Croato a Milano. Si è laureata in Interpretazione di Conferenza presso il Dipartimento di Traduzione e Interpretazione dell’Università di Bologna. Dal 2014 al 2017 ha studiato croato presso l’Università di Zagabria e nel 2023 ha conseguito un Dottorato di ricerca in Traduzione, Interpretazione e Interculturalità presso il DIT con la tesi "Silence after bombs. Practice, role and training of interpreters in conflict zones. A case study of the war in Former Yugoslavia" che le è valso il premio per la miglior tesi dottorale conferito dalla CIUTI (Conférence Internationale permanente d'Instituts Universitaires de Traducteurs et Interprètes).

Camilla Fornaro  è una dottoranda dell’Università di Bologna presso il Dipartimento di Traduzione e Interpretazione. È laureata in Lettere Classiche presso l’Università di Padova e in Italianistica presso l’Università di Bologna con una tesi in Traduzione Editoriale Francese dal titolo "Alba de Céspedes poeta: il lavoro editoriale dalle Chansons des filles de mai alle Ragazze di maggio". Dal 2023 collabora con case editrici indipendenti svolgendo attività di correzione di bozze, micro-editing e prima lettura. I suoi temi di ricerca sono l’auto-traduzione e la traduzione poetica del Novecento, gli studi sulla traduzione femminista, la letteratura della migrazione, il ruolo dell'archivio privato nel processo traduttivo. Ha partecipato a conferenze su questi temi presso le Università di Lille e di Bologna e al convegno dell’Associazione degli Italianisti a Palermo nel 2024.

Lorenza Villani è architetta e ha svolto il suo Dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna con una ricerca intitolata “Essere umani, essere terrestri. Uno studio intersezionale delle pratiche quotidiane e degli immaginari dellә attivistә per la giustizia climatica”. Ha un approccio alla ricerca fortemente interdisciplinare e intersezionale e si concentra, in particolare, sulla produzione sociale e culturale dello spazio contemporaneo con il diffondersi di emergenze complesse come il cambiamento climatico e le ingiustizie che ne derivano. Attualmente, è assegnista di ricerca al DIT per il progetto Horizon Europe Alphabetica (Activating Learning Paths: Holistic Arts-Based Education and Training for Inclusion and Cultural Awareness), che si propone di fornire soluzioni per garantire a bambini e giovani a rischio povertà di accedere all’arte e all’educazione artistica.

Chiara Xausa è assegnista di ricerca (Marie Skłodowska-Curie Global Fellow) presso l’Università di Bologna, la University of Idaho, e la Ghent University, con un progetto sulla Climate fiction per young adult e sull’empirical ecocriticism (2024-2027). Nel 2013 si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Padova, nel 2016 ha conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna a Padova e nel 2018 in Letterature Moderne, Comparate e Postcoloniali a Bologna. Nel 2022 ha concluso il Dottorato di ricerca in Traduzione, Interpretazione e Interculturalità con una tesi dal titolo "Feminist environmental humanities: intertwining theory and speculative fiction". Tra il 2017 e il 2024 ha svolto attività di insegnamento presso le Università di Bologna e di Padova nell’ambito degli studi di genere e della letteratura anglofona. A luglio del 2025 è uscita la sua prima monografia dal titolo Intersectional World-Making in Climate Fiction: Undoing the Anthropocene Master Narrative.

Nicolò Govoni è un giovane scrittore e attivista per i diritti umani, presidente dell’organizzazione indipendente Still I Rise che ha l’obiettivo di garantire un’istruzione d’eccellenza gratuita a bambini e giovani, profughi e vulnerabili. Ha svolto la sua prima missione umanitaria a vent'anni, in India, dove si è anche laureato in Giornalismo. Alla fine di questa esperienza è partito per una nuova missione a Samos, in Grecia, dove ha lavorato all’interno di un campo profughi in piena crisi migratoria siriana. Proprio grazie a questa esperienza è nata l’idea di fondare prima una scuola di eccellenza gratuita e, successivamente, l’organizzazione umanitaria Still I Rise. In seguto al progetto realizzato in Grecia, ha aperto scuole di eccellenza in Siria, Kenya, nella Repubblica Democratica del Congo, nello Yemen, in Colombia e in India. Ha pubblicato per Rizzoli Bianco come Dio (2018), Se fosse tuo figlio (2019), il libro fotografico Attraverso i nostri occhi (2020), Fortuna (2021), Ogni cambiamento è un grande cambiamento (2022) e Un Mondo Possibile (2024). La sua storia e quella di Still I Rise è raccontata nel docu-film School of Life - Quando la scuola ti cambia la vita, distribuito a livello internazionale e che sarà proiettato durante la seconda serata del Festival.