
La Rassegna Cinema & Architettura, promossa dal Dipartimento di Architettura e in particolare dai corsi di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura in collaborazione con la Cineteca di Bologna, giunge alla quarta edizione. Una rassegna che nasce da un approccio multidisciplinare, che attraverso la costruzione visiva e narrativa del cinema, offre spunti di riflessione e comprensione del reale, partendo da un punto di vista architettonico e ingegneristico.
Il tema dell’edizione 2025, dal titolo “Modernità\Conflitto”, prende avvio dalla condizione della città contemporanea dove la perdita di intelligibilità e la mancanza di una linea stabile di continuità hanno progressivamente disarticolato i luoghi della nostra vita e la nostra capacità di pensarli, costruirli e abitarli.
Il persistere in campo scientifico, politico e culturale di slogan tanto ambigui quanto illusori ha compromesso la comprensione e la trasmissione del valore delle cose. Il pervasivo mito del nuovo, che si prefiggeva un intento liberatorio, ha finito col generare contraddizioni e conflitti, portando a esiti completamente opposti a quelli per cui era nato. E il fondamento economico generalizzato e planetario che potenzia questo mito, ha fatto del consumo-consumismo, rapido e indifferente, la base di qualunque ipotesi di sviluppo.
La modernità come idea di libertà e progresso perseguibile soltanto affidandosi a consumi e tecnologie ha prodotto quindi l’omologazione delle necessità umane, l’appiattimento culturale e lo scollamento dell’architettura dalle sue ragioni più profonde. L’architettura appare sempre più compressa tra una burocrazia normativa tanto ambiziosa quanto inefficace, il dogma della conservazione a tutti i costi e una complementare, spregiudicata sperimentazione tecnologica, spacciata come arte e modernità, ma nei fatti solamente funzionale al marketing territoriale a cui è costretta a piegarsi.
Questa confusione di scopi e di mezzi impone una riflessione sul percorso dell’architettura moderna per delineare una possibile alternativa.
Il primo appuntamento della rassegna è il per 7 Maggio alle 17.30 con la pellicola Mio Zio (Mon Oncle) dove, attraverso villa Arpel, fatta di meccanizzazioni ostili, flussi coercitivi e arredi astratti al limite della comprensibilità, che costringono i suoi abitanti a rituali surreali, Jacques Tati rappresenta la resistenza ad una modernità forzata, presentata come positiva a tutti i costi, e all’imposizione che deriva dal confondere l’innovazione con il progresso. Introduce Luca Guardigli.
Zabriskie Point (14 Maggio ore 17.45) di Michelangelo Antonioni è il manifesto di un’utopica sconfitta della società dei consumi, nel quale si incrociano i destini di Mark e Daria, rappresentanti di una generazione in fuga da repressione, sorveglianza, capitalismo e conformismo. La volontà di affrancarsi da tutto ciò che è struttura, considerata strumento di oppressione, porta alla ricerca del grado zero della libertà: il deserto, la superficie sconfinata e senza barriere, tema comune a una filiera di coevi progetti-manifesto espressa da gruppi come Superstudio e ArchiZoom. Introduce Andrea Luccaroni.
Il terzo appuntamento è con Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) il 19 Maggio ore 21.00. Nel film di Kubrick il sogno di una possibile libertà dal consumismo svanisce e rimane la frustrazione della lotta, che nell’avvenire piccolo borghese dell’Inghilterra di Alex DeLarge promette solo fatiscenti periferie metropolitane, ascensori rotti, graffiti osceni, barbarie e ultraviolenza. Il sogno moderno, nato dal secondo dopoguerra, di una dignità sociale estesa, che passasse anche attraverso una casa per tutti, si è pervertito, producendo l'esito opposto di ciò per cui era nato: le “periferie”, nuove aree urbane dove trovano terreno fertile segregazione, conflitti e degrado. Cosa è andato storto? Ed è vero che le periferie sono solo simbolo di fallimento o è solo un luogo comune? Introduce Konstantina Douka.
In Brazil di Terry Gilliam (27 Maggio ore 21.30), ultima proiezione in rassegna, la vicenda si svolge in un tempo che «non è né futuro né passato, eppure un po’ di entrambi», dove Sam Lawry è un modesto impiegato alla ricerca della donna amata. Inseguendola, sperimenterà la morsa di un sistema statale altamente burocratizzato e meccanizzato, dove regole e protocolli si autoalimentano controllando ogni aspetto della vita, fin quasi a soffocarla: in questo mondo dominato dal cinismo spietato dei potenti, anche riparare i tubi di controllo dissimulati dietro ogni parete della propria casa costituisce un atto di rivolta e il primo gesto verso lo scardinamento del presente-futuro delineato da Gilliam, da cui Sam Lawry vuole evadere. Introduce Maura Savini.
Serate
9 Maggio: Mio Zio - Introduce: Luca Guardigli
14 Maggio: Zabriskie Point - Introduce: Andrea Luccaroni
19 Maggio: Arancia Meccanica - Introduce: Kostantina Douka
27 Maggio: Brazil - Introduce: Maura Savini