
I partecipanti all'edizione 2022
Come vivere insieme?
A partire dai recenti stravolgimenti globali (come la pandemia e la guerra, il laboratorio intende riflettere narrativamente sulla possibilità che in futuro si possa creare una comunità globale davvero inclusiva e meticcia. La domanda di base è quella che già si poneva Roland Barthes nel suo corso al Collège de France nel 1976/77: a quale distanza devo tenermi dagli altri per costruire con loro una socialità non alienante? Un quesito che diventa sempre più attuale, in una comunità globalizzata ma individualista, in cui ci si interroga incessantemente su quale possa essere la giusta distanza per vivere insieme. Il macro-tema delle migrazioni, che caratterizza il laboratorio interculturale fin dalla sua nascita, si rivela particolarmente centrale in questo contesto. Infatti, per affrontare l’argomento della comunità che verrà risulta necessario ricostruire quelle stratificazioni di civiltà ancora in atto, i flussi migratori che attraversano l’Italia in fuga dalle violenze e dalla povertà e, allo stesso tempo, il consistente numero di giovani italiani che lasciano il loro Paese, in direzione europea e mondiale. Si tratta di due movimenti migratori, diversi e congruenti, che stanno immettendo componenti transnazionali nei sostrati locali e che impongono un confronto costante con l’alterità.
Gli esercizi narrativi del Laboratorio di scrittura interculturale vogliono perciò rispondere alla necessità di mantenere aperti e attivi quei percorsi di dialogo e di scambio, oltre ogni barriera, e offrirsi come luogo per sperimentare nuove comunità meticce, attraverso lo sviluppo condiviso di storie, racconti, narrazioni per superare gli stereotipi negativi dell’epopea delle migrazioni, anche interne agli spazi nazionali, che coinvolgono dalle origini l’intera umanità. Infatti, la scrittura collettiva risulta essenziale per consentire la condivisione di esperienze di vita molto diverse e per dare una forma narrativa coerente a questa condivisione, imparando a cooperare per amalgamare i differenti punti di vista. Inoltre, non secondaria è la possibilità offerta dal laboratorio di far interagire studenti italiani, studenti internazionali e studenti richiedenti asilo accolti da Unibo, confrontandosi sulle diverse esperienze di studio e di mobilità.